Il meccanismo del bonus-malus è sterilizzato dall’aumento delle tariffe. Questo, in sintesi, il pensiero espresso da Antonio Lirosi, Garante per la sorveglianza dei prezzi, durante un incontro con il direttore generale dell’Ania, Giampaolo Galli. “Nella maggior parte dei casi – ha spiegato il Garante – il bonus malus non comporta diminuzioni per gli automobilisti virtuosi per i quali, nel migliore dei casi, la tariffa non aumenta”. Lirosi ha infatti commentato che esiste un 45-47 per cento di automobilisti che sono saliti in prima classe di merito e per i quali il loro premio “se va bene non aumenta perché nel frattempo sono aumentate le tariffe”. Il Garante dei prezzi ha detto di non possedere dati percentuali per quantificare questo fenomeno, ma ha invitato ad esaminare “i dati dell’Isvap che danno per tutti i profili tariffari segni positivi di aumento”. Lirosi ha comunque chiarito che non spetterà al Garante intervenire su questa faccenda, “è una questione – ha detto – di decisioni legislative ed imprenditoriali”. Secondo il Codacons il Garante “deve intervenire per valutare la vessatorietà della clausola che prevede il bonus-malus nei contratti assicurativi e, di conseguenza, chiederne la nullità”.
L’art. 33 del Codice del consumo – sostiene l’associazione – definisce vessatorie le clausole che determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, mentre l’art. 34 ne stabilisce la nullità, spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. “Se Lirosi ritiene vi sia tale squilibrio a danno dei consumatori nei contratti assicurativi relativi all’Rc auto – conclude Rienzi – allora può e deve impugnare le clausole in tribunale per ottenerne la nullità, e far intervenire il ministero dello Sviluppo economico che approva tali tipi di contratti“.