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Inchiesta semafori intelligenti!

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La notizia secondo la quale la Procura di Verona, nell’ambito dell’indagine sui “semafori intelligenti”, ha proceduto a raccogliere dati e informazioni presso 62 comuni di alcune regioni italiane (prevalentemente Lombardia e Veneto) è una buona notizia. Il Codacons invita anzi la Procura ad allargare l’inchiesta, non solo estendendola al resto d’Italia, ma anche rispetto ad una nuova strategia messa in atto da alcuni comuni per fare casa in barba a decreti e disposizioni vigenti. Alcuni comuni, infatti, non solo hanno volutamente stabilito una durata del giallo troppo breve così da poter sanzionare facilmente gli automobilisti, ma ora hanno anche installato un nuovo diabolico marchingegno che fa scattare il rosso non appena si supera il limite di velocità (cosa spesso collegata ad un semavelox o per meglio dire ad un documentatore fotografico di infrazioni commesse da veicoli ad intersezioni regolate da semaforo).
Ebbene il Ministero dei Trasporti con una nota ha chiarito che non sono “coerenti con le disposizioni del Nuovo Codice della Strada” gli “impianti semaforici regolati sulla velocità dei veicoli”. La ragione è evidente: se uno va forte, crea pericolo, ma lo crea ancora di più se non fa in tempo a fermarsi con il rosso e va a sbattere contro altri veicoli che attraversano l’incrocio. ” Altra “novità” è l’utilizzo improprio del semafori “attuati dal traffico”. Questi sarebbero anche legali, ma guarda caso in Italia sono utilizzati al contrario. Mentre in Svizzera il semaforo è rosso e quando si avvicina un veicolo scatta il verde, da noi, sempre in prossimità di un semavelox, sono verdi e appena si avvicina un veicolo, anche se si è in piena notte e le strade sono deserte, scatta il rosso. Che sia per incassare soldi? Il Codacons chiede che la Procura di Verona indaghi anche su queste “novità” e chiede ai Prefetti di far rimuovere i dispositivi illegali collocati sul loro territorio.

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