Dal prossimo 21 dicembre il detto “donna al volante, pericolo costante” non varrà più, almeno per quanto riguarda l’assicurazione auto. Secondo una direttiva europea che mira ad abolire ogni differenza di genere, le compagnie assicuratrici dovranno superare il sessismo che le ha caratterizzate fino a questo momento, quando cioè a parità di anzianità e classe, le donne pagavano un premio più alto rispetto agli uomini, e stabilire tariffe uguali per tutti.
Lo ha deciso la Corte di Giustizia Europea che ha messo in risalto come in molti Paesi del Vecchio Continente le donne pagavano mediamente dal 5% in su di prezzo maggiorato rispetto agli uomini per quanto riguarda la RC Auto. Ma non solo. In Italia ad esempio, secondo i dati dell’Osservatorio SuperMoney, i premi assicurativi per le donne in 6 mesi sono aumentati del 4%, quelli degli uomini sono rimasti invariati. Addirittura, riferiscono dall’Osservatorio, alcune compagnie hanno aumentato la differenza fino al 12%. Una vera e propria discriminazione sessuale che nel 2012 non ha davvero più senso di esistere.
I DATI – Per capire meglio le cifre basta riportare l’esempio rilevato dall’osservatorio. Il prezzo medio calcolato sulle 5 compagnie assicurative con i premi più bassi calcolato su un automobilista di 40 anni, con auto di 1.300 cc a benzina, in classe bonus-malus CU 1 rilevato nella città di Milano è passato da 376 euro a 393 euro per le donne nell’arco di 6 mesi; per gli uomini da 379 a 380 euro. Certo, se poi alla Corte di Giustizia europea si accorgessero non solo della discriminazione, ma anche del fatto che ogni 6 mesi le compagnie aumentano i prezzi, raggiungendo livelli disumani, magari farebbero anche favore non solo a uomini e donne, ma anche a neopatentati e anziani.
Premesso che è giusto che venga raggiunta la parità, ora la domanda è un’altra: le compagnie abbasseranno il prezzo delle assicurazioni delle donne, o alzeranno quello degli uomini? La risposta ufficiale l’avremo solo a dicembre, ma io un sospetto ce l’ho già adesso…
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