Indicizzazione del gasolio, aumento dei controlli su strada e in azienda, agevolazioni per cooperative e consorzi di trasportatori che investono in sicurezza e logistica. Sono le proposte di Federtrasporti – il gruppo che riunisce oltre 2.500 soci aggregati in consorzi e cooperative che operano nel settore del trasporto merci e della logistica – per uscire dalla crisi del settore, ulteriormente aggravata dal rialzo infinito del prezzo del gasolio. Se ne è parlato in un convegno svoltosi sabato 21 giugno a Bologna, alla presenza dei rappresentanti nazionali dei sindacati di categoria. Il momento del settore appare, a detta di tutti, di estrema emergenza, tanto che ben 8 associazioni su 11 hanno deciso di fare fronte unitario nell’incontro con il Governo che si svolgerà martedì prossimo a Roma. Tuttavia secondo i sindacati al momento attuale il fermo dell’autotrasporto appare probabile per oltre il 60%. Federtrasporti ha comunque indicato alcune soluzioni che potrebbero “tamponare” la situazione di emergenza che si è venuta a creare.
Gasolio indicizzato – Per Federtrasporti occorre innanzitutto individuare un meccanismo che eviti di scaricare soltanto sulle imprese di autotrasporto l’aumento del prezzo del gasolio. Ma mentre in altri comparti (marittimo e aereo) è già una realtà l’indicizzazione delle tariffe del servizio all’andamento del costo del combustibile pagato dall’impresa che eroga il servizio stesso, non così avviene nel settore del trasporto merci, a differenza di ciò che accade in Francia o Spagna. Basterebbe invece inserire una clausola obbligatoria all’interno del contratto di trasporto che leghi indissolubilmente la quantificazione nel tempo della tariffa agli aumenti o riduzioni del gasolio. Altre possibile azioni sono: fare pressione sulla Ue per realizzare il gasolio professionale, lavorare per un’armonizzazione delle accise a livello europeo e per la fissazione di un tetto massimo a livello nazionale.
Legalità e controlli aziende trasporto – La crisi economica e l’impossibilità per molte aziende di autotrasporto di lavorare producendo reddito spinge molti trasportatori a non rispettare le leggi, provocando forti problemi di sicurezza stradale, incrementando il numero degli incidenti e provocando costi generali per il sistema. A ciò si aggiunge che la presenza sul mercato di aziende “illegali” – che aggirano le normative tecniche e di circolazione stradale, contributive e fiscali – determina una concorrenza sleale a danno di quelle che operano nelle legalità. Esistono troppe aziende che non versano contributi ai lavoratori, molte che hanno già interrotto i pagamenti dell’Iva, diverse che risultano iscritte all’Albo degli Autotrasportatori senza disporre di partita Iva e di regolare iscrizione alla Camera di Commercio. Altre imprese aggirano le normative spostando all’estero la sede sociale, “schiavizzano” gli autisti con contratti di lavoro che includono la “locazione” della cabina di guida, esercitano il trasporto in conto terzi essendo abilitate solo al conto proprio. La soluzione di Federtrasporti è incentivare forme di controllo, affiancando a quelle condotte sulla strada quelle eseguite all’interno delle imprese o tramite incrocio di dati.
Aggregazione tra imprese – Molti costi gravanti su un’impresa di autotrasporto possono essere ammortizzati tramite economie di scala. Per attuarle, però, c’è bisogno di quelle dimensioni aziendali difficilmente raggiunte in ambito nazionale, dove ci sono troppi padroncini e microimprese. Il modello di impresa consortile ha in parte aggirato questo ostacolo, rappresentando un momento di efficienza e di sviluppo per tanti piccoli e medi operatori del settore, che tramite l’aggregazione hanno conosciuto una crescita professionale e un allargamento della propria attività a settori limitrofi al trasporto. Ma oggi questo modello è in difficoltà. Le sue peculiarità vengono messe alla prova sia da nuovi indirizzi normativi, sia da un mercato accelerato rispetto alle procedure decisionali delle imprese consortili. Il mondo aggregato ha quindi bisogno di conferme e di attenzioni. Tra queste: prevedere l’acquisizione della capacità professionale attraverso un’adesione di qualche anno all’interno di una struttura consortile; studiare forme di finanziamento a realtà aggregative che investono nella diversificazione modale o in strutture per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci; individuare agevolazioni a quelle imprese aggregate che, sulla base di specifici progetti di medio e lungo periodo, riescono a incentivare la sicurezza stradale degli associati e a ridurre il tasso di incidentalità dei veicoli.
Federtrasporti nasce nel 1971 e oggi rappresenta una rilevante realtà di gruppo che riunisce enti – consorzi e cooperative dislocate sull’intero territorio nazionale – che operano nella logistica e nel trasporto merci in conto terzi. Definizione sintetica che mette in evidenza il suo ambito operativo, ma il Gruppo Federtrasporti può anche essere definito come un insieme articolato e composito, fatto di uomini, di progettualità e di organizzazione.
Scopo fondamentale di Federtrasporti è realizzare un gruppo societario basato sui principi dell’associazionismo e della mutualità, fornito di tutti gli strumenti imprenditoriali per potersi muovere sul mercato globale come protagonista. Un gruppo unitario nell’elaborazione delle strategie, nel marketing, negli acquisti, nell’elaborazione di progetti logistici e formativi; ricco e articolato in fase di realizzazione, quando può sfruttare un potenziale di circa 60 enti, 2.500 soci e oltre 4.000 veicoli.
Immagine | Adelantando a un camion, di Edans, da Flickr Creative Commons, Licenza: CC-by