Serviva un’inchiesta giornalistica di un coraggioso reporter salentino per dimostrare e riportare alla ribalta delle cronache ciò che tutti gli utenti della strada percepivano da anni: alcuni Enti Locali hanno “scoperto” un nuovo modo per rimpinguare le casse degli esangui bilanci comunali a discapito degli automobilisti. Il gioco è semplice: è sufficiente imporre degli obiettivi nel bilancio di previsione sugli introiti da incamerare per le multe da effettuare ed indicarli al locale Comando di Polizia Municipale, che sarà libero di scegliere i modi e le forme per andare a recuperare tali somme: che sia col photored o con l’autovelox poco importa. Ciò che conta è raggiungere l’obiettivo prefissato che spesso è pari a centinaia di migliaia di euro.
L’inchiesta giornalistica apparsa sul “Nuovo Quotidiano di Puglia” rappresenta il caso emblematico di Vernole in Provincia di Lecce che da tempo è sotto la accusa per l’utilizzo sugli incroci e sulle strade di competenza provinciale di apparecchi per la rilevazione elettronica delle infrazioni che, di fatto, si sono tramutati in strumenti per elevare multe a raffica che hanno aumentato sproporzionatamente gli incassi derivanti dai verbali per infrazioni al codice della strada.
Ciò che colpisce maggiormente è che nelle scelte di alcuni amministratori locali la sicurezza stradale sia passata in secondo piano rispetto ad evidenti ragioni di bilancio. La colpa di tutto ciò non è rinvenibile nel comportamento della Polizia Municipale che è messa alle corde da scelte politiche che a breve si ritorcono come dei boomerang dell’opinione pubblica nei confronti delle pubbliche amministrazioni, perché è evidente che l’indirizzo obbligato di elevare migliaia di multe, comporti l’ovvia conseguenza che le stesse non siano sempre formalmente legittime.
E’ necessario, come sta già facendo da tempo lo “Sportello dei Diritti” della Provincia di Lecce, cercare un riavvicinamento tra pubblica amministrazione e cittadino per ripristinare quella fiducia nelle istituzioni che si è smarrita a causa di scelte politiche, che seppur apparentemente legittime, ledono in primo luogo i principi costituzionali del buon andamento e correttezza dell’agire amministrativo ed in secondo l’affidamento del cittadino nella pubblica amministrazione.
Se l’ostinazione di alcuni Enti Locali in tema di multe a raffica senza se e senza ma, non permette il ripristino dell’equilibrio ricercato, è necessario l’intervento delle Prefetture che sono obbligate ad esaminare in modo obiettivo le motivazioni addotte nei ricorsi affidandosi per le valutazioni ad esperti del settore e non a riportare pedissequamente ciò che sostiene l’amministrazione accertatrice dell’infrazione, al fine di ridurre il contenzioso innanzi ai Giudici di Pace. Per queste ragioni, il Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” propone il potenziamento degli uffici d’Area delle Prefetture per il tramite dell’utilizzo di figure di esperti del settore.