Tra due settimane, il 16 Marzo, il Campionato del Mondo di Formula 1 prenderà il via. La maggior parte delle scuderia hanno cambiato la formazione dei loro piloti, come Alonso che è tornato in Renault insieme all’esordiente Nelson Piquet J., Kovalainen è stato ingaggiato dalla McLaren per far coppia con Lewis Hamilton, Fisichella si è trasferito in Force India, mentre i campioni del Mondo della Ferrari, BMW, Honda e Red Bull hanno mantenuta la stessa formazione. Secondo lei, sulla carta, qual’è la migliore formazione?
“Sicuramente chi vince e cambia poco è avvantaggiato e per questo vedo una Ferrari favorita. Poi a mio avviso anche i cambiamenti di regolamento potranno giovare alla scuderia del cavallino. Sarà fondamentale lavorare bene durante questi mesi e poi solo al primo gran premio inizieremo a vedere il vero potenziale di ciascun team. Anche la McLaren sta reagendo molto bene e anche quest’anno saranno nuovamente al vertice con Hamilton per lottare insieme alla Ferrari.“
Negli ultimi anni la griglia di partenza dei gran premi ha visto nuovi volti giovani e anche quest’anno ci saranno numerosi esordi, come come Nelson Piquet J. , il neo campione della GP2 Timo Glock, Sebastien Bourdais e Sebastian Vettel, anche se in realtà quest’ultimo ha già preso parte ad alcuni gran premi nel finale di stagione 2007. Chi potrà essere la sorpresa?
“Sono tutti giovani molto promettenti e sarà importante lasciarli lavora e farli crescere con tranquillità. Diversamente da molti miei colleghi sono fiducioso sul potenziale di Nelson Piquet J., un pilota che ha la grande occasione di poter far vedere a tutti il suo valore. Inoltre ha la fortuna di avere come compagno di scuderia un bi-campione del mondo del calibro di Fernando Alonso dal quale potrà imparare molto. Purtroppo l’anno scorso non ha avuto molto spazio per fare dei test e quindi spero che non si sia “arrugginito troppo”. Inoltre in questi primi test invernali si è visto in Sabastian Bourdais leggermente in difficoltà, rispetto al suo compagno di scuderia, il quale se riceverà il giusto appoggio da parte del team potrà disputare un’interessante stagione.”
Purtroppo però ancora una volta nessun giovane italiano è stato promosso a prima giuda, anche se Luca Filippi è entrato a far parte del programma Honda. Secondo lei cosa manca ai nostri piloti per fare il grande salto?
“Ormai questo è un problema cronico. I giovani piloti crescono nelle varie categorie propedeutiche, ma poi non riescono a fare il grande salto. Pantano e Liuzzi si sono proposti in Formula 1, ma poi non sono riusciti a rimanerci. Davide Rigon è un altro esempio eclatante. Un pilota che ha dimostrato di avere un buon talento vincendo i vari campionati, le cui difficoltà finanziare lo stanno limitando. Il problema fondamentale, a mio avviso, è che la Ferrari non ha un vivaio e un programma per i giovani piloti, diversamente da tutte le altre scuderia, a partire dalla Honda, Red Bull e la stessa Renault per citarne alcuni. Inoltre, proprio in questi giorni, alcuni di questi team hanno stipulato degli accordi con dei campionati minori mettendo in palio come premio finale per i vincitori alcune giornate di test al volante della loro monoposto. Proprio questa politica ha permesso alla Formula 1 di svecchiarsi e di continuare a tenere alto l’interesse degli appassionati. Bisogna comunque ammettere che la Ferrari sta cambiando orientamento e, per questo, mi auguro che inizi a dare la possibilità alle giovani leve di prender parte ad alcune giornate di test. Purtroppo Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella sono quasi alla fine della loro carriera.”
Ormai negli ultimi anni si parla di due grandi problemi legati al circus della F1: i costi troppo alti e la mancanza di spettacolo. Per quanto riguarda la prima questione, Max Mosley ha detto di voler fissare il tetto massimo dei budgets di ogni scuderia a 150.000.000 $. Sarà una cosa fattibile e i team accetteranno una riduzione così drastica?
“Questo vuol dire un cambiamento radicale, ma anche poco controllabile. Diversamente da quanto succede in America e nei vari sport come il Basket in cui le varie società hanno dei tetti massimi per le sponsorizzazione, in Formula 1 la case costruttrici investono per vincere e avere quindi un ritorno dal punto di vista dell’immagine e delle vendite. Il fatto che siano entrati così tanti costruttori nel circus della F1 è stato sicuramente un bene da un certo punto di vista, ma dall’altro anche un male in quanto ha portato ad un aumento vertiginoso dei costi. La FIA deve cercare di tutelare i vari team, affinché abbiano la stessa copertura e lo stesso trattamento dal punto di vista tecnico ed economico. Oggi il Minardi Team non è più in Formula 1 perché non è mai stato tutelato dalla FIA. Noi abbiamo dovuto sempre pagare per avere dei motori, così come per la fornitura di pneumatici – unico team.
Inoltre mi ricordo ancora che nel 2003 eravamo in pista a Imola per una sessione di test collettivi. In quell’occasione eravamo riusciti a fare con la nostra monoposto – che era un’ evoluzione della macchina del 2001 e 2002 – solo 21 giri, facendo registrare con Justin Wilson 1.23.4 che, confrontando poi con i tempi segnati nelle qualifiche del gran premio di quell’anno, saremmo potuti partire nelle prime 4 fila. Proprio un mese dopo, in occasione della gara, con la stessa macchina e gli stessi fornitori di pneumatici non siamo riusciti ad andare oltre 1.26.000 …. Sinceramente tutto questo mi ha sempre lasciato un po’ perplesso.
Per la riduzione dei costi io sarei favorevole a rimettere la sessione di prove libere il venerdì, dando così la possibilità ai team di mettere alla prova le giovani leve, senza dover ricorrere ad ulteriori giorni di test con relativo aumento di costi per l’affitto degli autodromi e il viaggio del materiale. Inoltre non dimentichiamoci che proprio Kubica e Sebastian Vettel hanno avuto la possibilità di farsi vedere durante le sessioni di prove libere del venerdì. Inoltre ad oggi la Federazione, sempre per cercare di ridurre i costi, ha imposto ai vari team di avere solo le due monoposto assemblate e non più il muletto. Però ha mantenuto invariato il numero di meccanici per eseguire il pit stop e, quindi, le scuderie sono obbligate ad avere sui circuiti sempre lo stesso personale senza avere un effettivo abbassamento dei costi di gestione. Inoltre ricordiamo che in una notte una vettura viene tranquillamente assemblata. Mi sembrano che ci siano troppo controsensi. A mio avviso la federazione si deve ringiovanire, portando così nuovo proposte.”
Sempre per quanto riguarda i costi troppo elevati negli ultimi anni abbiamo visto entrare in F1 alcuni nuovi team, che però non sono riusciti a superare il primo anno, mentre addirittura la Prodrive ha rinunciato a fare il suo ingresso. Lei che ha partecipato per 21 Campionati del Mondo con budgets molto limitati, ci può dire qual è il segreto o comunque qual’era la sua filosofia per gestire il Minardi Team?
“La filosofia del Minardi Team era quella di essere indipendenti e costruttori. Pochi ma buoni e realizzare monoposto semplici. Noi eravamo in 120 persone e nonostante le poche disponibilità economiche riuscivamo a costruire il 70-75% dell’intero prodotto. Questo vuol dire esser costruttori. La Minardi è stata una scuola per molti piloti, ingegneri e meccanici. Purtroppo noi abbiamo avuto sempre pochi soldi, ma la grande forza stava proprio nelle persone che lavoravano al suo interno, proveniente dall’asse Forlì – Modena, dove risiedono i migliori tecnici di tutto il mondo. Se mai dovessi ripartire da zero, lo stabilimento lo farei costruire nuovamente su quest’asse. Io personalmente sono contro alla vendita dei telai e il “clone” della macchine è stato sicuramente penalizzante. Il mancato ingresso di David Richard e della sua Prodrive nel circus della F1 deve far pensare, perché si tratta di una persona che è cresciuta nel mondo del motorsport, diversamente dai team che si sono succeduti alla Jordan. Per chi non è abituato a questo ambiente è molto difficile rimanere a galla e non affondare negli elevati costi di gestione.”
Quest’anno lei e suo figlio Giovanni avete deciso di riportare on-line il portale Minardi.it A che pubblico volete rivolgervi?
“Con Minardi.it vogliamo continuare a stare vicino ai nostri amici e fans che hanno sempre seguito e sostenuto con grande calore e passione le avventure del Minardi Team. Cercheremo anche di fare in modo che le nuove generazioni imparino a conoscere il marchio Minardi e tutto quello ha rappresentato e rappresenta ancora nel mondo dell’automobilismo attraverso una serie di iniziative ed eventi che porteremo avanti insieme ai team per tutta la stagione. Inoltre Minardi.it offre una serie di consulenze relative al Motorsport, che vanno dalle consulenze legali riguardanti contratti di sponsorizzazioni commerciale, partnership tecnica, fornitura di materiali e servizi al marketing, dall’ufficio stampa alla preparazione atletica per i piloti professionisti.”
Perché i ragazzi e le nuove generazioni dovrebbero venire a visitare il Minardi.it?
“Noi vogliamo cercare di attrarre i ragazzi e le nuove generazioni attraverso una serie di progetti inediti che porteremo avanti con i vari team, con l’obiettivo di farli avvicinare e di fargli vivere le emozioni di ogni fine settimana di gara. All’interno di Minardi.it potranno trovare una vasta gallery per rivivere le stagioni passate, conoscere i giovani piloti impegnati nelle categorie propedeutiche grazie alla sezione “MINARDI TV”, la possibilità di interagire facendo domande e tante altre novità che potrete scoprire durante la stagione.”
In conclusione, quali saranno i tuoi impegni per questo 2008?
“Il primo impegno ufficiale è stato lunedì 11 febbraio sul circuito di Varano per il debutto della nuova coppia Dallara – FIAT che darà vita al nuovo campionato di F.3 Italia e, ovviamente, sarò presente sul circuiti italiani in concomitanza con gli appuntamenti dei campionati Italiani. Inoltre sarò ospite negli studios dell’emittente televisiva Tele1 Faenza ogni mercoledì sera dopo il week end della Formula1 per commentare il gran premio durante la trasmissione “Speed”, mentre il giovedì sera sarà a “Conto alla rovescia” come opinionista.“