Uno dei momenti più attesi della stagione di Formula 1 è alle porte. Le scuderie sono chiamate a trasferirsi su uno dei ‘campi di battaglia’ più rappresentativi. In altri termini, su un circuito storico qual è quello di Monza. Qui si svolgerà l’ottantaquattresima edizione del Gp di Italia (la settantanovesima a Monza). Un circuito su cui bravura e tecnica fanno ancora di gran lunga la differenza.
I team si preparano al meglio per l’evento. Monza, infatti, richiede soluzioni specifiche ed uniche, alcune appositamente scelte esclusivamente per questo GP. E si tratta di soluzioni tecniche che interessano le monoposto nella loro totalità: dall’aerodinamica alla meccanica. Ecco quali potrebbero essere le scelte che i tecnici effettueranno per dare ai piloti il miglior apparato possibile.
Aerodinamica
Monza è sinonimo di grande velocità. I rettilinei sono decisamente lunghi e intervallati da frenate impegnative e brusche accelerazioni, con due curve (Lesmo e Parabolica) che richiedono in generale un grande equilibrio. Servono pertanto profili alari da basso carico. Si tratta di profili piuttosto ridotti come dimensioni e corda e con pochissimi gradi di incidenza, finalizzati a diminuire al minimo possibile la resistenza (la celebre drag force) e che assicurino un carico appena sufficiente per le curve più impegnative ma soprattutto per le frenate.
Sono proprio queste ultime, infatti, a creare i problemi maggiori agli ingegneri (ed ai piloti…), dal momento che le importanti decelerazioni creano un trasferimento di carico longitudinale che va debitamente tenuto in considerazione dal punto di vista aerodinamico, oltre che da quello meccanico.
Appare poi necessario il bilanciamento tra anteriore e posteriore che ha un forte impatto sulla stabilità in frenata e sulla trazione. Generalmente il bilancio aerodinamico si sposta verso l’anteriore, per bilanciare la necessità di spostare sull’anteriore anche il bilanciamento meccanico, in maniera da favorire la stabilità in frenata e migliorare la trazione nelle accelerazioni. In frenata, infatti, senza un carico ben bilanciato tra avantreno e retrotreno, la monoposto si scomporrebbe troppo, con conseguente perdita di controllo da parte del pilota, mentre in accelerazione la vettura non riuscirebbe a scaricare potenza sull’asfalto e dunque ad avere una trazione ottimale.
Peso
Connesso al bilanciamento aerodinamico, il peso è il bilanciamento vero e proprio della vettura. Sappiamo che i tecnici hanno la possibilità di collocare zavorra in vari punti della monoposto, in maniera da modificare gli effetti del trasferimento di carico nelle varie fasi di percorrenza. Ancora una volta i momenti critici sono dati dalle importanti frenate e dalle curve veloci. A Monza si prova a prediligere la stabilità della monoposto nelle curve veloci e soprattutto in frenata. Per tale ragione si cerca di spostare i pesi quanto più possibile verso l’anteriore.
Motore
La pista lombarda è un circuito piuttosto duro con gli organi meccanici, nello specifico con i propulsori, che vengono spremuti realmente al massimo delle loro possibilità. A Monza, circuito dove il pedale del gas è pigiato per circa l’85% del giro, un “ottimo” motore è probabilmente più importante di una “buona” aerodinamica, dal momento che quest’ultima è diminuita al minimo. Occorre dunque intervenire su mappature capaci di non stressare eccessivamente i componenti, salvo qualche rarissima concessione in caso di sorpasso, in maniera da tenersi quanto più possibile lontani dal limitatore.