Calano finalmente in modo concreto le vittime sulle strade italiane nel 2007. Il Rapporto annuale sugli incidenti stradali che l’ACI e l’ISTAT hanno presentato oggi a Verona, in apertura della sesta edizione del SISS – Salone Internazionale della Sicurezza Stradale, delinea un trend favorevole: -9,5% dei decessi (5.131), -2% dei feriti (325.850) e -3% degli incidenti (230.871) rispetto al 2006. Ciò nonostante, l’Italia è ancora lontana dall’obiettivo imposto dall’Unione Europea del dimezzamento delle vittime della strada rispetto al 2001. La riduzione nel nostro Paese si attesta infatti a -27,3%. L’Italia è in controtendenza nello scenario internazionale, dove l’incidentalità è tornata a crescere: nell’ultimo anno in Europa sono aumentati del 17% gli incidenti e del 10% le vittime della strada.
“Per la prima volta nel nostro Paese registriamo una diminuzione netta delle vittime della strada – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi – ma gli sforzi finora compiuti saranno vani se non si proseguirà sinergicamente verso gli stessi obiettivi con costante incisività. Un successo in battaglia, da solo, non fa vincere una guerra. Non possiamo commettere l’errore di considerare il risultato raggiunto nel 2007 come un traguardo fine a se stesso. L’incidentalità fa contare ancora 633 incidenti ogni giorno, nei quali perdono la vita 14 persone e 893 rimangono ferite”.
Il danno economico per lo Stato e per la collettività imputabile agli incidenti stradali ammonta a 30,4 miliardi di euro nel 2007, pari al 2% del PIL.
“La diminuzione dei sinistri nell’ultimo anno ha comportato un risparmio di oltre 3 miliardi di euro – ha continuato Gelpi – che dovrebbero essere reinvestiti a favore della mobilità con un piano strutturale articolato in quattro punti: una Authority per la Mobilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, capace di coordinare gli interventi sul territorio monitorando le spese; un nuovo Codice della Strada di 50 articoli chiari e di facile consultazione, supportato da un sistema sanzionatorio semplificato; un maggiore impegno formativo sui giovani, per i quali gli incidenti stradali rappresentano ancora la prima causa di morte; un piano di investimenti nel medio-lungo periodo per almeno 40 miliardi di euro che consenta al Paese l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione di progetti legati all’analisi degli standard di sicurezza delle strade per intervenire soprattutto sui punti con più alto tasso di incidentalità”.
“L’industria automobilistica – ha aggiunto il presidente dell’ACI – sta dimostrando forte attenzione alla sicurezza e sono notevoli i progressi nella progettazione di nuovi modelli. Nell’ottica di una proficua collaborazione, ci sentiamo di chiedere alle Case un supplemento di impegno: anticipare volontariamente di due anni l’entrata in vigore della direttiva annunciata dalla UE per l’ESC (il dispositivo elettronico di controllo della stabilità) di serie dal 2012 su tutti i veicoli di nuova immatricolazione. Solo in Italia, con l’ESC avremmo una riduzione dell’80% degli incidenti dovuti a sbandata e una diminuzione del 10% dei morti, con un risparmio dei costi sociali di 1,3 miliardi di euro”.