Mercato assicurativo sbilanciato nel Paese: al Sud troppo cara la responsabilità civile auto. Italia sotto assicurata per mancanza di cultura del rischio. Aumentati di oltre il 43 per cento, negli anni 2000-2006, i premi per l’Rc auto nel meridione. Più contenuto, invece, l’aumento nelle regioni settentrionali, +20,7 per cento, ed in quelle centrali, +32,7 per cento. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca sugli effetti che le innovazioni tecnologiche producono in ambito assicurativo, condotta da Antonio Coviello, docente di Marketing assicurativo nella Seconda Università di Napoli e ricercatore presso l’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli.
“Il fenomeno delle frodi nel ramo Rc auto, in particolare nel Sud – spiega Coviello – contribuisce a far innalzare i premi con pesanti ricadute sociali sugli automobilisti. Infatti, la variazione dei premi nel periodo 2000-2006 rilevata dai dati Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo), ci conferma che la regione Campania – dove si registra il maggior numero di frodi – presenta l’incremento dei premi del +43,4 per cento (+4,4 per cento la variazione solo tra il 2005 ed il 2006), più elevato rispetto al Piemonte (+19,1 per cento) ed al Veneto (+24,3 per cento), che nel 2000 avevano una produzione simile a quella campana. Più in generale, l’aumento medio dei premi r.c.a., tra il 2000 ed il 2006 è stato del 20,7 per cento nell’Italia del Nord (unica zona italiana che registra un -0,9 per cento tra il 2005 ed il 2006, contro aumenti generalizzati – anche se minimi- delle altre zone), del 38,7 per cento nel Centro, del 43,2 per cento nel Sud e 42,9 per cento nelle Isole, per una media nazionale pari al 28,5 per cento”.
Ma quanto e come spendono gli italiani in assicurazioni? “All’Italia meridionale – continua l’esperto – è riferibile il 12,54 per cento della produzione nazionale dei rami vita (che ammonta a oltre 69 miliardi di euro totali annui, il 14,02 per cento di quella dei rami danni (oltre 37 miliardi di euro totali), il 19,75 per cento di quella del ramo r.c.auto (oltre 18,4 miliardi di euro); in particolare l’incidenza del ramo r.c.auto sui rami danni è del 68,87 al Sud. Il confronto di tali dati con quelli delle regioni del Nord Italia, rispettivamente il 57,46 per cento, il 54,10 per cento, il 47,15 per cento e 47,5 per cento, evidenzia una composizione del portafoglio molto differenziata”.
In relazione alla distribuzione provinciale dei premi, nei “rami danni” le province che registrano il maggiore volume di premi sono Milano (11,4 per cento del totale nazionale), Roma (9,2 per cento), Torino (4,6 per cento), Napoli (3,2 per cento). Nel ramo r.c.auto le province che registrano la maggiore raccolta premi sono Roma (8,3 per cento del totale nazionale), Milano (7 per cento), Napoli (4,4 per cento), Torino (3,9 per cento). Il mercato assicurativo napoletano risulta nel 2006 tra i primi quattro più importanti d’Italia, con una produzione di 2 miliardi di euro nei rami vita, 1,2 miliardi nei rami danni e 0,81 miliardi nel ramo r.c.a., per una raccolta premi totale di 3,2 miliardi di euro.
“Il mercato assicurativo meridionale dei rami danni nel 2006 – precisa Coviello – è sostanzialmente legato alla copertura Rc auto (69,87 per cento) ma vi è assoluta dipendenza da tale ramo in Campania dove il 71,98 per cento dei premi dei rami danni è costituito dalle polizze r.c.a.. Nelle regioni dell’Italia settentrionale, invece, assume un peso predominante la produzione dei rami vita e il portafoglio dei rami danni è più equilibrato risultando maggiore l’incidenza della produzione degli altri rami danni e più contenuto il peso del ramo Rc auto (solo il 47,5 per cento) sul totale dei rami danni”, conclude il ricercatore.