La patente a punti non fa più paura. A cinque anni dall’introduzione del nuovo sistema, l’effetto sembra già esaurito e gli italiani sembrano sempre meno ligi al rispetto delle regole. A dimostrarlo è il fatto che una tra le norme più semplici del codice della strada, l’uso delle cinture di sicurezza, non è osservata da un italiano su tre. Secondo il monitoraggio Ulisse condotto dal Ministero dei Trasporti, ad allacciarsi la cintura è infatti nel nostro Paese solo il 64 per cento della popolazione contro l’83 per cento dei primi mesi di sperimentazione della patente a punti. Il tutto con conseguenze non solo sulla salute degli automobilisti, ma anche sulle casse del sistema sanitario nazionale. Se infatti la percentuale di utilizzo salisse al 95 per cento, il risparmio per lo Stato sarebbe di 1,3 miliardi di euro l’anno. Nell’utilizzo delle cinture, sottolinea il monitoraggio, il Paese marcia ancora a tre velocità: proporzioni d’uso abbastanza soddisfacenti ma da aumentare ancora al Nord (oggi sono all’82 per cento); proporzioni d’uso da migliorare con decisione al centro (65,6 per cento); proporzioni d’uso da incrementare consistentemente nelle regioni meridionali, (dove la percentuale si ferma al 46,3 per cento).
In nessun caso comunque, sottolinea ancora il rapporto del ministero, si hanno livelli tali da poter considerare raggiunto l’obiettivo del 95 per cento d’uso delle cinture di sicurezza (il livello è fissato al 95 per cento e non al 100 per cento perchè per le cinture esistono delle esenzioni). Ma il dato più grave e preoccupante, secondo il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, è che la percentuale di utilizzo è in calo. Il 64 per cento di media nazionale registrato nel 2007 è infatti in flessione rispetto al 71,6 per cento del 2006 e al 72,5 per cento del 2005. La diminuzione è ancora più evidente nel confronto con gli anni precedenti, considerando soprattutto che nei mesi successivi all’introduzione della patente a punti l’uso della cintura era diffuso all’83,5 per cento degli italiani. Le cose non vanno molto meglio per quanto riguarda il casco, anche se i dati disponibili sono ancora parziali. Il rapporto rileva infatti una notevole variabilità sul territorio tra chi in moto indossa abitualmente il casco e chi invece lo lascia semplicemente a casa. Nel nord e in parte del centro del Paese l’uso risulta molto elevato collocandosi generalmente tra il 90 e il 100 per cento. Ma nel Mezzogiorno l’uso è a macchia di leopardo. Il ministero fa l’esempio di un’importante città del sud dove, a seconda dei quartieri, si passa dalla quasi totalità di motociclisti che indossa il casco ad una percentuale praticamente nulla.
La patente a punti non fa più paura agli italiani ha detto il Codacons – perchè i controlli sulle strade sono scarsi e perchè è troppo facile recuperare i punti persi. Le disposizioni del Codice della strada, specie quelle relative all’uso della cintura, – afferma l’associazione in una nota – vengono violate perchè è difficile essere colti in flagrante, a causa della carenza di agenti delle forze dell’ordine e dei vigili urbani sulle strade italiane. A tutto ciò va aggiunto che, in caso di decurtazione dei punti, è possibile recuperarli con una certa facilità, sostenendo degli appositi corsi a pagamento. Se si vuole garantire un maggior rispetto delle regole e incrementare la sicurezza stradale, – prosegue il Codacons – è necessario partire proprio da un potenziamento dell’organico dei vigili in servizio su strada.