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Strisce blu: CLASS ACTION contro i comuni?

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Dopo la vittoria ottenuta dinanzi al Tar Lazio sul fronte delle strisce blu, il Codacons avvia una battaglia legale in favore dei cittadini che hanno ricevuto multe illegittime. Sul sito www.codacons.it è stato pubblicato da oggi un modello scaricabile gratuitamente, attraverso il quale i cittadini che hanno ricevuto multe dopo il 2004 per aver parcheggiato la propria autovettura senza il regolare tagliandino, possono manifestare il proprio interesse a chiedere restituzione di quanto pagato, e aderire alla class action attualmente allo studio dell’ufficio legale dell’associazione.
Siamo favorevoli ai parcheggi a pagamento, ma solo laddove risultino effettivamente necessari, e non vengano utilizzati dai Comuni al solo scopo di far cassa – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Per questo motivo impugneremo le delibere che istituiscono le strisce blu in tutti i Comuni d’Italia, affinchè vengano annullate quelle che non presentano i requisiti adatti.” In base alle stime del Codacons, situazioni analoghe a quella della capitale si registrano a Salerno, Milano, Firenze, Catanzaro, Udine, in alcune città della Sicilia e in molti altri Comuni minori; circostanza che mette a repentaglio l’80% circa dei parcheggi a pagamento esistenti in Italia. Ma quali sono i criteri che legittimano l’installazione delle strisce blu? Ad esempio, spiega il Codacons, la delibera 104/2004 del Comune di Roma, ora decaduta, individuava come aree di “particolare rilevanza urbanistica”, e quindi come zone dove è necessario installare i parcheggi a pagamento, quelle che presentavano i seguenti requisiti:

– aree della “Città Storica” così come definita dal Nuovo Piano Regolatore;
– aree la cui rete stradale abbia una presenza di attività commerciali e del terziario concentrate o che superino le 50 unità per km di viabilità;
– aree prossime a strutture per manifestazioni di spettacolo, sport, ecc. di valenza urbana e che, pertanto, costituiscono attrattori della sosta e generano traffico (ad es. cinema, teatri, palazzetti dello sport, ecc.).

In tutti gli altri casi, quindi, i parcheggi a pagamento non sono motivati e, come tali, le relative delibere sono annullabili come avvenuto a Roma, dove il Comune ha applicato questa delibera anche a quartieri periferici dove non esisteva nemmeno un negozio!

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