I primi 10 esemplari del Volkswagen Transporter uscirono dagli stabilimenti di Wolfsburg nel 1950, nel 1956, dopo ben 160.000 unità, la produzione venne trasferita nel nuovo ad Hannover, nel 1967, raggiunsero quota 1,83 milioni; ad oggi il modello è stato costruito in oltre 10 milioni di esemplari. I primi 8 esemplari furono tutti costruiti a mano e internamente denominati “Modello 29”. Questi prototipi, sei furgoni e due Kombi, furono utilizzati per il lancio del veicolo, quindi sia per i sondaggi presso i Clienti, sia per la presentazione alla stampa.
Nel corso degli anni le soluzioni tecnologiche cambiate, motore e cambio del Volkswagen Transporter erano esattamente quelli del Maggiolino, l’ auto simbolo della motorizzazione di massa in Germania. Con 25 CV di potenza, il veicolo consentiva il trasporto di un carico massimo di 750 chilogrammi. E fu proprio grazie a questo propulsore, non certamente potente ma da subito estremamente affidabile, che il nuovo Volkswagen Transporter riuscì ad assolvere in maniera ottimale il proprio compito.
L’ accesso alla zona posteriore del Volkswagen Transporter era garantito unicamente attraverso un piccolo sportello disponibile come optional, mentre il portellone del vano motore, più in basso, consentiva solo una visione d’ insieme della parte più profonda del vano motore, all’ interno del quale erano alloggiati anche il serbatoio del carburante e la ruota di scorta.
Nel 1955, la ruota di scorta fu collocata dietro i sedili anteriori: le dimensioni dello sportello motore si ridussero della metà e l’ adozione di un portello supplementare con finestrino sopra il vano motore consentì l’accesso all’area di carico anche posteriormente.
A partire da quell’ anno, il Volkswagen Transporter venne dotato anche di una sorta diclimatizzatore. Da allora, infatti, il frontale fu arricchito da un piccolo elemento spiovente sul tetto, attraverso cui l’aria esterna poteva penetrare all’ interno dell’ abitacolo.
Qualche altra innovazione per il Volkswagen Transporter arrivò all’ inizio degli anni Sessanta. Proprio in questo periodo, infatti, fu introdotto il sedile di guida regolabile: ciò consentì al conducente, quantomeno a quello di media statura, di trovare più facilmente una posizione adeguata. Ma la novità principale riguardò il propulsore, nuovamente potenziato.
Sviluppato inizialmente per il mercato americano, il motore boxer da 42 CV fu
impiegato anche per la versione europea nel 1963. Con 1,5 litri di cilindrata, consentiva
al veicolo scarico di superare la barriera dei 100 km/h. Nel 1965 gli ingegneri riuscirono a dotare il Volkswagen Transporter di due ulteriori motorizzazioni. Nel luglio del 1967, dopo oltre 17 anni, in Germania terminò la produzione della prima generazione del Transporter. Tuttavia in Brasile, dove il T1 veniva costruito dal 1957, la produzione proseguì fino al 2000.
Complessivamente in Brasile, Messico e Germania furono prodotti 2,9 milioni di
esemplari del Bulli di prima generazione.