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3.400 nuovi etilometri in dotazione alle Forze dell’Ordine

etilometro.jpg Grazie ai due accordi firmati dal ministero dei Trasporti con il ministero degli Interni – Polizia stradale e con l’Arma dei Carabinieri, circa 3.400 nuovi apparecchi in grado di rilevare la presenza di alcol nel sangue dei guidatori verranno messi a disposizione delle forze di polizia impegnate nei controlli sulle strade. A consegnare i primi esemplari a rappresentanti di Carabinieri, Polizia stradale e Corpo forestale dello Stato è stato oggi il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. La distribuzione alle unità in servizio sul territorio sarà completata nelle prossime settimane. La fornitura consiste in 120 strumenti di tipo “Provida 2000”, 948 etilometri, 2.298 “precursori” (strumenti che misurano solo la positività o meno del soggetto: in caso di positività il test viene ripetuto con l’etilometro vero e proprio) completi del relativo materiale di consumo e permetterà di effettuare oltre 1.500.000 controlli.

L’acquisto di questa nuova dotazione è il punto qualificante delle due convenzioni firmate, mirate a incrementare e specializzare i controlli, ad aumentare la prevenzione degli incidenti e a rendere più efficace la repressione delle infrazioni più gravi, come appunto la guida sotto l’effetto di alcol. Le due convenzioni seguono un analogo accordo siglato in febbraio con il Corpo forestale dello Stato.

Definito nel corso del 2007 e divenuto operativo grazie a un investimento di 7,8 milioni di euro previsto nel bilancio 2008 del ministero dei Trasporti, l’acquisto dei nuovi etilometri si inserisce nell’impegno assunto dal ministro Bianchi all’inizio del suo mandato di promuovere la sicurezza stradale e di sostenere con misure concrete l’attività di vigilanza svolta dalle forze di polizia.

I nuovi etilometri verranno impiegati dalle pattuglie che prestano servizio sulle 12 strade più pericolose del Paese: Pontina, Flacca, Grande Raccordo Anulare di Roma, via del Mare e via Nettunense nel Lazio; via Emilia, Adriatica e Romea in Emilia-Romagna; Pontebbana in Veneto; Domiziana e Salerno-Reggio Calabria in Campania; Adriatica nelle Marche. Su queste strade, che pure si sviluppano su soli 1.200 km (2 per cento dell’estensione della rete statale e regionale), si registrano l’8 per cento dei morti e il 9 per cento dei feriti, con un costo sociale di 9,5 miliardi di euro.

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