Non c’è bisogno di presentazione con più di 30 anni di storia alle spalle e una fama universale, è lo scooter per antonomasia. Esibisce ancora fieramente il cambio al manubrio e la scocca portante
La Vespa è sicuramente un mito, una passione condivisa da tutti, in tutti i paesi e in tutte le lingue. L’abbiamo vista al cinema, protagonista di film indimenticabili, ha portato in giro molti in tutto il mondo ed oggi accompagna al lavoro altri, è conosciuta per la sua storica affidabilità, robustezza e soprattutto per il suo design inconfondibile. La storia della Vespa inizia nel 1946 e dopo tante evoluzioni, aggiornamenti e motorizzazioni si concretizza nel 1977 in uno dei modelli più popolari, chiamato Vespa PX.
Forte della sua scocca in acciaio portante dove il motore a sbalzo e il cambio a quattro rapporti al manubrio la fanno distinguere dagli altri motocicli in circolazione, ha saputo rapire il cuore di tantissimi appassionati che tutt’oggi la utilizzano come più di 30 anni fa.
La Vespa PX rimane un mito anche oggi perché la sua semplicità ed economia di esercizio sono un riferimento da sempre. Partire al semaforo non vuol dire semplicemente dare gas come negli scooter tradizionali a “presa diretta”, ma significa ascoltare bene il salire di giri del suo motore a 2 tempi e cambiare rapporto con la mano sinistra, dove la prima è in su e tutte le altre in basso.
Le motorizzazioni di Vespa PX rimangono come allora di 125 e 150 cm3, con raffreddamento ad aria forzata e il robusto 2 tempi con aspirazione al carter che sempre è una garanzia di longevità ma che oggi con il nuovo scarico catalizzato è anche omologato Euro 3.
La Vespa PX ha anche rivisto alcune rifiniture in questa sua ultima versione, troviamo infatti le manopole nere con profilo cromato, come cromati sono anche la cornice del fanale posteriore e gli specchietti retrovisori, nuova anche la sella con una sagoma più ergonomica e perfetta per l’utilizzo in due.
Sempre per rimanere sul classico, la Vespa PX continua ad adottare le ruote di 10 pollici con pneumatici 3.50 che ne permettono anche la sostituzione in caso di foratura grazie alla sempre presente ruota di scorta laterale, che oltre a lasciare un segno indelebile nella storia ne è certamente una caratteristica peculiare.