Una nuova seccatura, come se non ne avessimo già abbastanza, arriva per chi utilizza l’auto. Se l’utilizzatore effettivo è una persona diversa dall’intestatario, ed utilizza quel mezzo da più di 30 giorni, va cambiato il nome sulla carta di circolazione. Sono “salve” solo quelle persone che convivono con l’intestatario. Questa nuova norma entrerà in vigore dal 7 dicembre prossimo e varrà per tutti i veicoli muniti di targa, quindi anche i motorini ed i rimorchi, ed anche per le società.
Facciamo un esempio concreto. Se un genitore compra l’auto al figlio e la intesta a se stesso, se il figlio vive con lui tutto ok, non cambia nulla. Ma se questo figlio va a vivere da solo, passati i 30 giorni deve registrare presso la Motorizzazione l’avvenuto cambiamento dell’effettivo guidatore. Non è un cambio di proprietà, ma è come se fosse una sorta di comodato d’uso, anche se gratuito. In pratica serve perché se il ragazzo becca una multa con l’autovelox, i punti vengono detratti direttamente a lui e non a suo padre.
Questa follia, passata abbastanza sotto silenzio sui media italiani, ha però una valenza chiara: fare cassa. Ovviamente a spese di noi automobilisti, come se non fossero abbastanza tutte le varie spese che sosteniamo. La cassa si fa doppiamente perché l’atto di cambiamento del nome del guidatore ha un costo, sicuramente basso ma non ancora specificato, ma sempre di un costo si tratta; inoltre chi non si adeguerà andrà incontro a multe salatissime, tra i 500 ed i 2000 euro!
Per le società non c’è bisogno della registrazione al Pra (Pubblico Registro Automobilistico), ma il cambio di guidatore (dalla società alla persona fisica che guida l’auto) è obbligatorio. L’assurdità sta nel fatto che anche se la concessione è temporanea, va fatto questo cambiamento. Se è per pochi giorni va tutto bene (resta da capire come farà la polizia stradale a capire se l’auto mi è stata prestata ieri o un anno fa), ma se il prestito avviene per soltanto due mesi, la registrazione va fatta due volte, prima col nuovo guidatore e poi col ritorno a quello vecchio.