
“Siamo arrivati al punto che la lobby dell’auto mette a rischio la capacità dell’Ue di adempiere ai propri impegni nell’ambito del Protocollo di Kyoto”, dichiara Andrea Lepore, responsabile della campagna Trasporti e Clima di Greenpeace. “Il Parlamento non deve consentire che questa lobby indebolisca il primo standard di efficienza per le auto dell’Ue. L’approccio dell’età della pietra non può mettere a rischio il pianeta con la logica del profitto a breve termine” aggiunge Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.”
Il rapporto “Driving Climate Change” spiega come:
– L’industria dell’auto tedesca ha vinto “la guerra del business” e ora impone l’agenda a tutta l’industria dell’auto, senza alcuna remora rispetto alle preoccupazioni dei produttori francesi e italiani;
– Il commissario Verheugen e l’ACEA hanno creato il gruppo CARS 21 come cavallo di Troia per promuovere gli interessi dell’industria;
– L’”approccio integrato” ha consentito ai produttori di auto di scaricare responsabilità dai produttori agli automobilisti, ai governi e ai pianificatori locali;
– I produttori di auto hanno ricompensato i loro sostenitori con benefit e prestando autovetture;
– I produttori di automobili hanno già fatto ritardare di 7 anni la normativa e ora vogliono ottenere un ulteriore ritardo di tre anni. 
Greenpeace chiede che l’Ue prenda una posizione decisa e fissi un’emissione media per le flotte a 120 g CO2/km al 2012 e 80 g al 2020. Questi standard devono essere sostenuti da forti sanzioni e non essere funzionali agli interessidell’industria tedesca, consentendo un trattamento privilegiato per chi produce auto pesanti.
Via | Greenpeace
