Secondo l’Associazione italiana familiari e vittime della strada, il comune di Roma risulta primo fra le capitali europee per numero di incidenti gravi. La tragedia consumatasi sulla Nomentana continua ad alimentare il dibattito sui possibili rimedi e sulle misure preventive da attuare al fine di potenziare in misura significativa la sicurezza sulle strade. Nel drammatico incidente che ha avuto luogo tra via Nomentana e viale Regina Margherita hanno perso la vita Alessio Giuliani e Flaminia Giordani, 23 e 22 anni, falciati dall’auto in corsa guidata da Stefano Lucidi, senza patente perché interdetto alla guida e con precedenti penali per lesioni. Dopo il gravissimo impatto, l’uomo si è dato alla fuga. È un dato oramai acquisito che i momenti a più alto rischio di incidenti stradali sono le notti del fine settimana, ma è appunto durante le stesse notti che i vigili urbani sono maggiormente occupati nella supervisione delle zone a traffico limitato. Di fatto, sul territorio della capitale la vigilanza si riduce a una pattuglia per ogni municipio e mancano i controlli preventivi da svolgere per mezzo dell’etilometro. La polizia stradale di norma non interviene all’interno del raccordo. Restano pertanto i carabinieri a sorvegliare le notti del fine settimana nella capitale. Durante la scorsa settimana, i carabinieri hanno ritirato tredici patenti. Di certo l’ampiezza del territorio capitolino, l’alto numero di strade e la vasta offerta di eventi complicano ulteriormente il lavoro delle forze dell’ordine. Alla questione si aggiunge il problema della mancanza di adeguati strumenti di verifica del tasso alcolico e dell’eventuale uso di sostanze stupefacenti.
Più autovelox e telecamere che riprendano chi passa con il rosso (fotored), interventi di manutenzione viaria, maggiore protezione delle sopraelevate, queste alcune delle misure proposte dalla polizia municipale che verranno discusse nell’ambito della Conferenza cittadina sulla Sicurezza stradale.
In seguito a questo ultimo dramma consumatosi sulla strada, non tarda ad arrivare l’intervento di Antonello De Pierro, presidente del movimento nazionale Italia dei Diritti: “La questione della sicurezza stradale – afferma De Pierro – è tra i problemi che ci premono di più ed è per questo motivo che mi sono espresso più volte sul tema. Purtroppo resta sempre attuale la lotta portata avanti da tempo dal nostro movimento per un intervento molto deciso e per l’urgenza dell’impiego del pugno di ferro nell’ambito della sicurezza sulle strade. Trovo giustissima la decisione di processare Stefano Lucidi per omicidio volontario e mi auguro che dall’aula di giustizia esca una sentenza esemplare e vengano applicate tutte le norme del caso senza concedere alcuna attenuante. Ribadisco l’urgenza di potenziare i controlli e di fornire alle forze dell’ordine gli strumenti necessari per poterli effettuare. Torno a ripetere le proposte lanciate dall’Italia dei Diritti: arresto immediato per chi guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti e pene alternative consistenti nell’affidamento ai servizi sociali da svolgersi presso un obitorio o un pronto soccorso. Non è escluso – continua De Pierro – che presto daremo il via a manifestazioni anche eclatanti per richiamare l’attenzione pubblica sul fenomeno e per invitare i cittadini a dar man forte alla nostra causa affinché non succeda mai più che i responsabili di comportamenti incivili e pericolosi la facciano franca. Ho esperienza diretta della fondatezza di tale rischio: dopo aver fatto accompagnare presso il commissariato di pubblica sicurezza di Ostia Lido una persona che aveva cercato di investirmi sotto l’effetto di alcool, mi è stato riferito che in tutta Roma non era disponibile un autovelox; si prese allora la decisione di farne arrivare uno da Terracina ma, stranamente, il trasporto venne interrotto dalla caduta di un albero sulla carreggiata, pertanto l’uomo non subì nessuna misura punitiva.”