
Il testo – un decreto interministeriale firmato il 7 marzo scorso dal ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani e dal vice ministro dell’Economia, Vincenzo Visco – attua quanto previsto in Finanziaria, all’articolo 1. In sostanza mette in campo un meccanismo compensativo, che scatta quando il prezzo medio del petrolio nel periodo preso a riferimento ha superato di 2 centesimi quello fissato nel Dpef, pari a 71 dollari al barile. In questo caso viene restituito ai cittadini, attraverso un “taglio” temporaneo dell’accisa, il surplus di Iva generato dell’aumento dei prezzi internazionali del greggio. In linea generale la Finanziaria 2008 stabilisce che il governo possa intervenire ogni tre mesi. Ma la prima attuazione del provvedimento si riferirà invece al primo bimestre di quest’anno, che ha visto il greggio schizzare a livelli record, ben oltre la soglia dei 100 dollari. Tra il primo gennaio e il 29 febbraio le maggiori entrate Iva sono state valutate in 162 milioni di euro. In base alle misure che scatteranno nei prossimi giorni, fino al 30 aprile i cittadini potranno usufruire di una diminuzione della componente fiscale di complessivi 2 centesimi per ogni litro di gasolio o benzina e per ogni chilogrammo di Gpl (pari a una riduzione 1,1 centesimi di euro al litro). Viene inoltre azzerata l’accisa sul gas naturale.
È “positivo il provvedimento che farà scattare la riduzione delle accise sui carburanti. Ma, visti i recenti rincari, questa operazione risulta ancora del tutto insufficiente”. È il commento di Federconsumatori che chiede “interventi strutturali” e calcola che “con benzina e gasolio a 1,41 euro e 1,38 euro al litro, la spesa per i carburanti ammonterà, rispetto al 2007, a 240 euro in più l’anno”. Federconsumatori esorta a liberalizzare il sistema della distribuzione, consentendo a ogni distributore di “comprare direttamente dal mercato almeno il 50 per cento dei carburanti che eroga e non, come oggi, vincolando completamente l’erogazione alla compagnia di bandiera di appartenenza”. Questo permetterebbe “un abbattimento dei prezzi dei carburanti di almeno 6-7 centesimi al litro”.