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L’Inghilterra promuove una particolare campagna per l’utilizzo dei mezzi pubblici

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“Ti prego, lascia a casa l’auto”: questo il senso della pressione che nel 2008 calerà su migliaia di automobilisti inglesi, bersagliati da “consulenti per i trasporti” pagati dal governo britannico per scoraggiare l’uso delle quattro ruote. Consulenti che faranno di tutto: suoneranno a casa dei cittadini, telefoneranno a ripetizione fino a quando non riusciranno a convincere l’interlocutore a lasciare parcheggiata l’automobile e spostarsi il più possibile a piedi, in bicicletta o con il mezzo pubblico.
La massiccia campagna vedrà questi “travel adviser” impegnati a chiedere informazione sulle abitudini del cittadino che si sposta, offrire sconti al locale negozio di bici, dare mappe e consigli per muoversi in fretta con mezzi diversi dall’auto privata.
L’offensiva governativa lanciata in questi giorni si chiama Strategia per il Trasporto Sostenibile, e ha passato con successo test (costo 10 milioni di sterline, 15 milioni di euro) a Darlington, Peterborough e Worcester, dove l’uso delle automobili è sceso dell’11%, quello della bicicletta è salito del 25, le camminate sono aumentate del 17% e l’uso dei mezzi pubblici è cresciuto del 13. I coordinatori del programma ammettono però che l’approccio porta a porta può avere dei problemi, perchè la gente di solito non si fida dei piazzisti. Tuttavia, i risultati, anche dal punto economico, promettono bene: si calcola che il costo di ogni visita a casa del consulente trasporti è tra le 20 e le 38 sterline, ma per ogni sterlina investita si generano risparmi per 30.
Per mostrare il pesante impatto del trasporto privato su gomma, il governo ha anche fornito statistiche che comparano gli spostamenti del 1952 con il 1996: se negli anni Cinquanta l’autobus veniva usato per il 42% dei trasferimenti quotidiani, ovvero la parte più consistente (con le auto al 27%, il treno al 18% e la bicicletta all’11%), negli anni Novanta, la macchina è balzata a un mostruoso 87%, schiacciando il treno al 5, l’autobus al 6 e la bicicletta a un misero 1%.

Via | Repubblica.it

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