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Gli automobilisti pagano l’emergenza immigrati e la crisi del cinema, rincaro immediato della benzina

Come se non bastassero i rincari delle assicurazioni, arriva la nuova notizia di un rincaro benzina, ancora una volta a farne le spese sono gli automobilisti, dopo la nuova tassa per sovvenzionare il settore dei beni culturali e dello spettacolo, arriva anche quella per l’emergenza immigrati che l’Agenzia delle Dogane giustifica la nuova richiesta per tamponare le spese eccezionali per lo stato di emergenza “determinato dall’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a paesi del Nord Africa”. In poche parole, 0,73 centesimi per benzina e gasolio che con l’iva diventano 0,876 centesimi di euro per il cinema e 4 centesimi al litro per gli sbarchi degli immigrati.

Fino al 30 giugno, le accise salgono così a 611,3 e 470,3 euro per mille litri rispettivamente sulla benzina e sul gasolio. Dal primo luglio e fino al 31 dicembre, toccheranno invece quota 613,2 euro (benzina) e 472,2 euro (gasolio).

In poche parole, il rincaro benzina è salatissimo e va ad annullare il ribasso delle scorse settimane, secondo una stima di Nomisma Energia se fino ad oggi un pieno medio costa 2,5 euro in più, dall’1 luglio si arriva a 3 euro.

L’accise è l’imposta sulla fabbricazione e vendita di un prodotto, un escamotage per realizzare entrate, non è la prima volta che il governo ricorre ad un’accise sui carburanti, l’ultima risale al 2004 quando fu introdotta per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, andando indietro nel tempo, si è ricorsi per il finanziamento delle Nazioni Unite in Bosnia (1996), per la guerra nel Libano (1983), nei terremoti di Irpinia, Friuli e Belice, l’alluvione di Firenze, il disastro del Vajont, risalgono al 1956 il finanziamento della crisi di Suez e la guerra in Etiopia (1935).

Una situazione che evidentemente non gradisce nessuno, insorgono gli automobilisti e le associazioni dei consumatori, in una nota congiunta Federconsumatori e Adusbef definiscono la manovra Una decisione sciagurata, il cui unisco scopo non è quello di aiutare l’emergenza immigrati, bensì la volontà dell’Erario di recuperare da qualche parte soldi, in questo modo le entrate sarebbero di ben 2 miliardi di euro l’anno.

Le associazioni dichiarano guerra ed annunciano che sono disposte anche ad adire le vie legali per rendere nullo il provvedimento.

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