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Prezzi carburanti: Le organizzazioni di categoria criticano il Governo e l’ENI

carburanti_rif_eni.jpg In una nota congiunta le Organizzazioni di categoria -Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio- lamentano la sensibile contrazione dei consumi dei carburanti, attestata al 7% in meno rispetto allo scorso anno, e denunciano che i continui aumenti dei prodotti che costano ai Gestori più di 88 milioni di euro. Le Organizzazioni ricordano, infatti, che il reddito dei Gestori è legato ad un margine fisso pro litro, pari a circa 3,5 eurocent, indipendentemente da qualsiasi variazione del prezzo attuato dalle compagnie petrolifere. Peraltro, gli impegni assunti dai petrolieri verso l’Antitrust sono, di fatto, una maxi presa in giro nei confronti dei cittadini, utile solo ad una operazione promopubblicitaria gratuita. L’esempio più evidente è dato dall’annuncio di sconti sulla rete Eni di cui è bene sapere che gli automobilisti potranno godere solo su alcuni impianti e solo in alcuni orari scomodi -ad esempio di notte. Sarebbe bene che né l’Antitrust, né il Governo si prestassero a queste operazioni di facciata e di marketing aziendale e che l’ENI si decidesse ad abbassare i suoi prezzi, visto che ammette di avere disponibilità, su tutta la sua rete e per tutta la giornata.
Anche per questi motivi Faib, Fegica e Figisc -prosegue la nota- invitano pressantemente tutti -petrolieri e Governo- a fare ciascuno la sua parte: le compagnie petrolifere adottino politiche di prezzo che contengano le tensioni attuali e consentano ai Gestori di praticare condizioni non penalizzanti per i cittadini/consumatori; il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’Economia, restituiscano alla collettività il maggior gettito di IVA derivante dall’aumento dei prezzi al pubblico, abbattendo il peso delle accise, così come, già ora, consentono le norme vigenti.
Sono azioni immediatamente attuabili entrambe e che, oltre a produrre effetti positivi per tutti i cittadini, avrebbero anche il merito di attenuare quella sgradevole e diffusa sensazione che intorno al prezzo dei carburanti si scatenino, periodicamente, infruttuose discussioni, utili solo sul piano del facile effetto mediatico. Situazioni che penalizzano i consumatori ed i gestori, uniti nel medesimo destino di spettatori di partite che si giocano altrove.

Via | Confesercenti

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