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Sicurezza stradale: in Francia la velocità rimane la prima causa di sinistrosità

sicurezza_stradale_francia.jpg La Francia è oggi uno dei modelli nella lotta alla violenza stradale. I suoi brillanti risultati sono stati ottenuti grazie alla ferma decisione dei suoi vertici di combattere, con Tolleranza Zero, la trasgressione da parte dell’utenza, e di ottenere la condivisione della gente con una poderosa serie di campagne di sensibilizzazione. Nel contempo la norma è stata pesantemente modificata con l’inserimento della patente a punti e di nuove norme aggiunte al Codice della Strada. Ma tutto questo messo insieme, non avrebbe mai potuto consentire risultati così lusinghieri se tutto l’insieme di disposti e strategie non fosse continuamente messo in discussione da un’analisi scientifica dei risultati. In questo frangente, l’Osservatorio Nazionale – istituito presso il Dipartimento Interministeriale della Sicurezza Stradale – ha un ruolo di primordine, passando in rassegna, in tempo reale, tutti i dati provenienti dalla strada: numero di vittime, tipologia e localizzazione dei sinistri, tipo di veicoli coinvolti, e – per finire – la trasgressione in tutte le sue forme. La velocità, che condivide assieme alla guida in stato di ebbrezza ed alla distrazione lo spettro eziologico delle cause di sinistrosità, è stata oggetto di una sorta di question-time tra gli analisti del dipartimento, che hanno recentemente elaborato le statistiche contravvenzionali relative al secondo quadrimestre (maggio/agosto) dell’anno, giudicate particolarmente importanti perché attestanti l’andamento dei mesi estivi. Secondo le analisi, l’11,7% dei conducenti multati, superava il limite di velocità di oltre 10 km/h, facendo registrare un sensibile miglioramento rispetto al primo quadrimestre dell’anno, quando il dato aveva evidenziato una percentuale più alta (13,4%). Purtroppo, autotrasportatori e motociclisti hanno invece mostrato un’attenzione decisamente minore rispetto al limite. Ma la ritrovata virtù degli automobilisti, che trova conferma nella diminuzione della velocità media sulle autostrade peri-cittadine e nei centri urbani (-2 km/h), non è la stessa in altri contesti viari: la velocità medie delle auto sulle strade statali, quelle con almeno 2 corsie di marcia, è aumentata di 0,7 km/h, e questo potrebbe giustificare la lieve recrudescenza registrata nei primi mesi dell’anno. C’è dunque una falla nel sistema di repressione? Secondo l’Osservatorio, e questo è un dato di cui si deve tener conto, le infrazioni aumentano con il volume di traffico, segno che nei brevi tratti di strada libera i conducenti tendono ad andare più veloci, come se quelle brucianti accelerazioni potessero fare loro risparmiare tempo. A questo i ricercatori aggiungono che le postazioni di radar fisse sono state ormai “memorizzate” dalla gente, che spesso preferisce strade meno trafficate e comunque non abituali, dove però si deve fare i conti con i dispositivi mobili. L’aumento considerevole dei verbali di contestazione ne è una diretta conferma. A tal riguardo, nel primo semestre di quest’anno erano funzionanti, in Francia, 1.539 radar, di cui 923 fissi e 616 mobili: l’anno precedente gli autovelox erano invece 1.121. Le violazioni in ordine alla velocità sono aumentate del 37,3 %, ma la maggior parte delle rilevazioni sono avvenute con dispositivi mobili (+ 55,6 %), mentre le postazioni fisse hanno lavorato meno, pur evidenziando un tasso di continua crescita (+ 27,3 %).

Via | Asaps

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