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Ferrari 458 Spider, tetto rigido e 570 cavalli al Salone di Francoforte 2011

Il tetto rigido in alluminio si ripiega elettricamente in 14 secondi e consente maggior comfort quando si viaggia con il tettuccio chiuso, non cambia la meccanica, con 4.5 V8 che sfodera 570 cavalli

Come in tutti i saloni dell’auto che si rispettino c’è sempre la reginetta, non è diverso neanche il Salone di Francoforte 2011, che va avanti fino al 25 settembre, che può vantarsi di aver annoverato fra le sportivissime anche la nuova Ferrari 458 Spider, la prima auto in assoluto con motore centrale che si vanta di avere un tetto rigido dotato di motorino elettrico che provvede alla chiusura ed apertura in soli 14 secondi.

Una soluzione che, stando a quanto dichiarato dalla Casa, consente di ridurre il peso della sportiva Ferrari 458 Spider, di almeno 25 chili, rispetto alla versione tradizionale che adotta la capote in tessuto che, oltre al vantaggio del peso inferiore, offre un maggiore comfort quando si viaggia con il tettuccio chiuso.

Non cambiano del dimesioni della Ferrari 458 Spider, , rispetto alla 458 Italia dalla quale nasce, le dimensioni restano identiche, con la lunghezza di 453 cm, può contare su una larghezza di 194 ed è alta 121, ci sono soli 50 chili in più con i cerchi in lega forgiati e dei sedili Racing che sono alleggeriti dalla struttura realizzata in carbonio, notoriamiente più leggero di altri materiali, che non fanno parte della dotazione di serie, ma vengono proposti fra le dotazioni su richiesta.

Sotto il cofano della Ferrari 458 Spider, troviamo sempre il potente 4.5 V8 che sfodera una potenza di 570 cavalli ed è abbinato al cambio robotizzato a doppia frizione e sette rapporti e alla trazione posteriore.

I dati dichiarati per la nuova Ferrari 458 Spider, parlano di una velocità massima raggiungibile di 320 km/h, per arrivare a 100 chilometri ora, partendo da fermo, ci vogliono meno di 3,4 secondi, con un litro di carburante si percorrono in media 8,5 chilometri con emissioni CO2 che si attestano a 275 g/km.

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