Home » Ford inventa auto che frena da sola

Ford inventa auto che frena da sola

 

ford auto frena da sola

Dopo l’auto che guida da sola ora arriva anche la macchina che frena da sola. Teoricamente si tratta di un piccolo passo indietro rispetto alla tecnologia della Google Car, ma in realtà è un importante passo in avanti per la tecnologia automotive visto che ad un prezzo decisamente più accessibile può permettere di evitare molti incidenti. L’invenzione arriva dagli Stati Uniti direttamente dai laboratori Ford, ed è stata installata sulla nuova Fiesta, Focus e sulla B-Max e C-Max.

Si chiama Active City Stop ed è un sistema pensato per chi guida in città e magari, vuoi per stanchezza o perché guidando nel traffico a 10 km/h si può distrarre, sottovalutando la bassa velocità. La tecnologia si basa su dei sensori che catturano 50 frame al secondo e permette di frenare non appena ci si avvicina troppo ad un’auto che ha inchiodato ed il conducente non riesce a frenare in tempo.

fordTECNOLOGIA SALVA VITA – Pensato per la guida in città in cui una collisione può procurare al massimo un lieve tamponamento e qualche graffio alle auto, l’Active City Stop può salvare molte vite, ad esempio quelle dei pedoni o dei ciclisti che possono spuntare all’improvviso senza che l’automobilista si accorga di nulla, oppure sulle strade ad alta velocità nel caso in cui al conducente venga un colpo di sonno.

Le città e le congestioni urbane fanno da scenario a un elevato numero di incidenti a bassa velocità, causati da guidatori che non si accorgono che il veicolo che li precede sta frenando. Elevati volumi di traffico, numerose potenziali distrazioni, e diverse situazioni in cui ci si ferma e si riparte di frequente, suggeriscono che l’Active City Stop è un occhio supplementare utilissimo nei contesti urbani

ha spiegato Florian Schweter, ingegnere responsabile dello sviluppo dell’Active City Stop per la nuova Fiesta. Una tecnologia in grado di evitare, o ridurre la portata, di circa mezzo milione di incidenti all’anno.

Photo Credits | Getty Images

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *