Le Mans 2013 sarà ricordata come la gara dei danesi. Uno infatti è il vincitore, l’altro è invece l’unico perdente. Non perché sia arrivato ultimo, ma perché ha perso la vita. Allan Simonsen, 34 anni, alla sua sesta 24 ore di Le Mans, è stata la vittima che caratterizzerà l’edizione della storica gara di quest’anno. L’incidente rimane inspiegabile ancora oggi, a due giorni dall’avvenimento.
Non c’è stata sicuramente stanchezza, visto che è accaduto dopo 10 minuti dal via, né un impatto con un’altra auto visto che né davanti né dietro Simonsen c’erano avversari. Dalle immagini frammentarie disponibili si vede la sua Aston Martin che improvvisamente, all’uscita da una curva, anziché seguire la pista devia improvvisamente a sinistra e va a sbattere contro il guard rail. Difficile che si tratti di un errore. Simonsen era un pilota esperto e di certo uno sbaglio del genere non è da lui. Più probabile qualche problema tecnico che però, con l’auto mezza distrutta, è difficile da valutare.
Diversamente da quanto accade normalmente, si è deciso di fermare la gara. Dopo l’incidente infatti il guard rail è stato distrutto e mentre il pilota, ancora vivo, veniva portato in ospedale, la direzione di gara ha deciso di fermare tutto per un’ora per rimettere a posto la parte lesionata. In quel mentre sono arrivate voci discordanti nei paddock. C’era chi affermava che fosse ancora vivo, chi invece che fosse morto. La realtà è che Simonsen ha fatto in tempo solo ad arrivare all’ospedale dove però non sono riusciti a salvargli la vita.
La notizia della sua morte è arrivata quando ormai la gara era ripresa e nessuno più se la sentiva di fermarsi proprio per onorare la memoria del loro collega scomparso. Ironia della sorte, a tagliare per primo il traguardo è stato un suo amico e connazionale, Tom Kristensen, che alla guida dell’Audi R18 TDI quattro vince la gara insieme ai compagni di squadra McNish e Duval. Dietro di loro è arrivata la Toyota TS030 Hybrid e un’altra Audi R18. Per Kristensen è la nona vittoria sul circuito francese, ma sicuramente questa è stata la più triste.
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